...PERCHÉ ABBIAMO SCELTO IL “CENTRO MEDIOEVO” DI OLGIATE COMASCO
Il complesso edilizio di Olgiate Comasco denominato “Centro Medioevo”, nel cui Auditorium è previsto il debutto dello spettacolo Erik, è stato da noi scelto con grande scrupolo. Riassumiamo qui le motivazioni che ci hanno condotto alla scelta.
Anzitutto, occorre ricordare che anticamente, nella zona del Lago di Como, si parlava il Leponzio, che è una lingua ormai estinta, i cui caratteri derivano da una scrittura facente capo al medesimo gruppo a cui appartengono le rune norrene.
In secondo luogo, il dramma Erik è ambientato nel Medioevo.
Ma, per entrare più nel dettaglio delle ragioni che hanno orientato la nostra scelta, occorre dire che fin dalla prima nostra visita del luogo abbiamo notato una speciale energia, oltre a riscontrare alcuni dettagli sorprendentemente in linea con lo spirito della rappresentazione teatrale:
- varcata l’artistica cancellata (in ferro battuto) di ingresso, sulla destra si può ammirare un suggestivo trittico, recante il nome di “Trionfo dell’Amore”: i primi due affreschi presentano un’allegra brigata di dame e cavalieri che va a festeggiare un re e una principessa in procinto di sposarsi, ritratti nel terzo affresco (come non pensare al Re Erik e alla principessa Aslaug?);
- la commistione realizzata in fase di ristrutturazione del complesso (avvenuta nei primi del Novecento) riunisce con gusto squisito una complessità di modelli architettonici, non solo lombardi ma anche toscani (ricordiamo che in Toscana si trova la sede legale del “Centro studi e ricerche Freya” che si è occupata della produzione della rappresentazione teatrale in oggetto, mentre in Lombardia si trova la sede operativa dove hanno luogo le prove dello spettacolo): per fare qualche esempio, la base ottagonale del pozzo al centro del cortile è una copia di quella presente a Firenze nel palazzo del Bargello, al pari della scala che conduce al loggiato che porta all’Auditorium, dove peraltro sulla parete di sinistra un graffito rappresenta un panorama della Certosa di Pavia vista dal chiostro grande (le quattro foglie al piede di ogni colonna del loggiato e alcuni capitelli riproducono fedelmente quelli della Certosa), mentre sulla parete destra i graffiti che ornano la fascia di muro a confine con il bel parco di Villa Camilla (che ospita la Biblioteca Comunale) riproducono tre raggiere con la scritta GRA-CAR (gratiarum cartusia, “Certosa delle Grazie”) appellativo della Certosa di Pavia; il trittico summenzionato è una reinterpretazione di un affresco presente in quel di Pisa; nel cortile vi è poi un’altra cancellata artistica che riproduce, in dimensioni ridotte, quelle di una cappella della chiesa di San Petronio a Bologna (cambiano solo gli stemmi posti ai lati dell’albero-della-vita) — e anche Bologna è strettamente legata al “Progetto Erik”, poiché nel capoluogo hanno luogo le conferenze tematiche propedeutiche allo spettacolo; vi è perfino un affresco ispirato a un’opera del Perugino presente nella Cappella Sistina.
In ultimo, il caso ha voluto che la via in cui si trova l’ingresso del Centro Medioevo è stata intitolata a Gian Pietro Lucini, uno dei poeti lombardi più interessanti (nato a Milano e vissuto a lungo a Plesio, nel comasco): poco considerato nel corso della sua vita, venne giustamente rivalutato da Edoardo Sanguineti, indicandolo come uno dei maggiori innovatori della poesia italiana. Le sue posizioni politiche erano decisamente scomode per l’epoca, essendo egli anarchico, antiborghese, antimonarchico, anticlericale, incriminato per antimilitarismo e offese ai regnanti.
Insomma, il “Centro Medioevo” è un ambiente dall’innegabile fascino poliedrico, perfetto per ospitare uno spettacolo unico come Erik!